Abusare sessualmente di un minore privandolo della sua innocenza e creandogli nella psiche macro-traumi indelebili che spesso debiliteranno l’andamento di una vita intera, è senza dubbio il peggiore dei crimini. Il 90% dei sistemi giudiziari mondiali condanna questo orrore contro l’Umanità con una lunga e severa pena detentiva ma molti cittadini ritengono che per questi mostri l’isolamento non sia sufficiente.
In Kazakistan, ad esempio, negli ultimi anni le leggi contro la pedofilia si sono inasprite a tal punto che, oltre al carcere, chiunque commetta questo reato è sottoposto ad un ciclo di iniezioni per inibirne la libido. L’infermiera addetta a questa operazione si chiama Zoya Manaenko.
Chi è Zoya Manaenko
Zoya Manaenko ha 68 anni e lavora come infermiera all’interno di una prigione kazaka col compito di castrare chimicamente i delinquenti incarcerati per reati sessuali contro minori.
La Manaenko è convinta che questa pratica di iniettare un siero anti-androgeno steroideo sui pedofili sia la soluzione più adeguata per ottundere i loro istinti animali:
“Credo che si tratti della decisione giusta, queste persone devono essere fermate in qualche modo. Commettono dei crimini terribili contro i bambini. Pertanto, è giusto che la legge agisca in questo modo. I criminali devono sapere che qualsiasi reato verrà punito, perché a volte questo li trattiene. Non solo verranno incarcerati ma perderanno anche la loro forza mascolina.”
La guerra di Zoya ai pedofili
La “castratrice”, così com’è chiamata in Kazakistan Zoya Manaenko, non prova particolari rimorsi per il lavoro che svolge.
“È un mio dovere professionale. I condannati vengono qui per decisione del tribunale. Non provo emozioni particolari“.
L’infermiera non si spaventa neanche quando le chiedono di raccontare la procedura abituale che esegue ogni volta per la castrazione:
“Si tratta di una normale iniezione intramuscolare nel gluteo. Il medicinale viene iniettato lentamente, ci vuole tempo perché si tratta di un farmaco oleoso”. La Manaenko ripete ogni 12 giorni allo stesso detenuto questa particolare iniezione.