L’inno di Harry Styles al gender fluid su Vogue

Valentina Miura
L’inno di Harry Styles al gender fluid su Vogue

Harry Styles, l’ex leader della band inglese One Direction, è sicuramente uno degli uno degli artisti più apprezzati del momento. Oltre alla sua sempre più crescente affermazione nel circuito discografico come solista (l’album “Fine Line” ha venduto l’anno scorso 478 mila copie in una settimana), il cantante di Redditch sta diventando una vera e propria icona di stile. Con i suoi cambi di look, infatti, Styles è oramai considerato un vero e proprio influencer della moda.

Il soldalizio con Gucci

Il sodalizio tra l’artista e il marchio Gucci si è fortificato già a partire dal Met Gala 2019, quando Styles ha scelto di calcare la passerella indossando un abito nero dai ricami femminili della maison italiana come tributo all’estetica camp, tutta smalto alle unghie e collanine. Pochi mesi prima lo stilista Alessandro Michele aveva preso infatti la direzione creativa di Gucci proprio con l’intento di sovvertire l’identità del brand con una nuova estetica intenzionata a ribaltare le regole della moda e di genere.
Negli ultimi mesi Style ha continuato a indossare le creazioni di Michele nei suoi videoclip musicali, come ad esempio per gli occhiali da sole a forma di fiori in “Watermelon Sugar” diventati già un must.

La copertina di Vogue

Non è un caso se, perciò, se la nota rivista di moda Vogue ha deciso di ritrarlo in abiti femminili sotto l’obiettivo del fotografo Tyler Mitchell e il brillante styling di Camilla Nickerson.
L’artista inglese è ufficialmente primo uomo ad apparire da solo in copertina del leggendario magazine. Come spiegato durante l’intervista, il suo intento è quello di rompere con i dogmi modaioli vigenti, perché: «Ogni volta che poni delle barriere nella tua vita, ti stai limitando da solo».

Le ispirazioni.

L’ispirazione dei look di Harry degli ultimi anni sembra rifarsi a icone del rock come David Bowie e il suo androgino alter ego Ziggy Stardust, Elton John con i suoi completi sgargianti, o Steven Tyler con pantaloni a zampa e i foulard multicolore.
«Non puoi mai essere troppo vestito. I personaggi della musica che ho amato, Prince, Bowie, Elvis e Freddie Mercury, sono dei veri showman, quando ero piccolo ne ero sconvolto. E ora se mi metto qualcosa di sfavillante non mi sento pazzo a indossarlo».
Un inno al gender fluid che rimarrà di certo nella storia della moda.

https://www.youtube.com/watch?v=9f7z-_2J3sc&ab_channel=Vogue

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Valentina Miura