Cattive notizie per il pianeta. La deforestazione in Amazzonia è aumentata vertiginosamente, arrivando al livello più alto degli ultimi 12 anni. La più grande foresta pluviale del mondo, chiave per frenare il cambiamento climatico, ha perso 11.088 chilometri quadrati di alberi, secondo il bilancio annuale pubblicato questo lunedì dalle autorità.
Questo aumento del 9,5% rispetto all’anno precedente evidenzia i gravi effetti della politica del presidente, Jair Bolsonaro, di indebolire le ispezioni ambientali, incoraggiare l’impunità per gli invasori e disprezzare le popolazioni indigene che vogliono preservare le loro terre.
L’Amazzonia è così vasta che Greenpeace ha fatto alcuni conti per aiutarci a capire più facilmente l’immane entità della perdita. Ci sono 626 milioni di alberi abbattuti. È come se in ogni minuto dell’ultimo anno l’Amazzonia avesse perso l’equivalente di tre campi di calcio.
Reazione del governo brasiliano
Alla presentazione dei dati hanno partecipato due membri del governo, entrambi militari dell’ala più pragmatica e meno ideologica del governo. Con loro, invece, non c’era il ministro dell’Ambiente. “Non siamo qui per celebrare niente di tutto questo, perché non c’è niente da festeggiare”, ha detto il vicepresidente generale Hamilton Mourão. Il vicepresidente ha incoraggiato gli ispettori, spesso fatti picchiare da Bolsonaro, a continuare a svolgere il proprio lavoro “guidati dalla scienza, dalla tecnologia e dalla legge”.
INPE
Il dato noto questo lunedì è il risultato delle misurazioni effettuate dai satelliti dall’Istituto di ricerca spaziale (INPE). È un bilancio annuale che copre l’area degli alberi distrutti tra agosto 2019 e luglio 2020. Ci vogliono sempre diversi mesi per essere pubblici. E rappresentano un bilancio preliminare che viene consolidato con i dati consuntivi solo nel primo semestre dell’anno.
Il governo Bolsonaro è perfettamente consapevole che la politica ambientale è fondamentale nelle sue relazioni estere, sia con l’Unione Europea che con gli Stati Uniti quando Joe Biden assumerà la presidenza a gennaio. L’ecologia gioca un ruolo fondamentale nel processo di ratifica dell’accordo commerciale UE-Mercosur.
I dati precedenti
La distruzione dell’Amazzonia nel 2004 superò i 27.000 chilometri quadrati (quasi il triplo di quella attuale). Da allora, la distruzione annuale di alberi era diminuita fino a raggiungere i 4.570 chilometri quadrati nel 2012. E da lì, con Dilma Rousseff al potere, l’incremento è ricominciato fino a raggiungere la cifra attuale.
Greenpeace critica anche che, nonostante ciò, “la risposta del governo federale all’aumento della deforestazione è stata quella di mascherare la realtà, militarizzare sempre più la protezione ambientale e lavorare per fermare le azioni della società civile, danneggiando la nostra democrazia”, secondo una portavoce.