Simbolo filosofico, religioso e persino metaforico, il labirinto è una costruzione architettonica che, nella sua forma misteriosa e affascinante, rappresenta il desiderio inconscio nella nostra psiche di perderci per poi ritrovarci.
Anticamente per lo più unicursale, ovvero costituito da un unico involuto percorso che conduceva inesorabilmente al suo centro, il labirinto è poi diventato sinonimo di tracciato inestricabile di strade chiamato “dedalo”, termine nato dalla figura mitologica costruttore del labirinto di Creta, Dedalo, dove il re Minosse imprigionò il mostruoso Minotauro, sconfitto poi da Teseo.
Superato il disinteresse degli antichi romani, alla caduta dell’Impero il labirinto inizia a rappresentare per i cristiani il pellegrinaggio simbolico dell’uomo verso Dio. La lunghezza e la tortuosità del percorso alludevano alle difficoltà che si possono incontrare seguendo il cammino spirituale. Il più antico è quello disegnato nel VI secolo sul pavimento della Basilica di San Vitale a Ravenna.
Con il passare del tempo questa funzione di espiazione religiosa andò perduta tanto che nel Seicento il labirinto si diffuse nella sua forma botanica nelle regge, ville e parchi nobiliari come passatempo divertente per giochi di cavalieri e dame. Di solito in queste costruzioni classiche la fine si trovava al centro dove si trovava un vicolo cieco che riportava all’uscita.
Il Veneto è la regione italiana nella quale sono presenti il maggior numero di labirinti verdi mentre dal 2013 l’UNESCO ha inserito tra i siti patrimoni dell’Umanità le 14 ville e giardini medicei in Toscana.
Il Labirinto di Borges sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia è uno capolavoro verde di 2.300 metri quadrati, con oltre tremila piante di bosso alte circa 90 cm.
È stato progettato dall’architetto Randoll Coate e inaugurato nel 2011 a 25 anni dalla morte di Jorge Luis Borges al quale è dedicato. Lo scrittore argentino de “Il giardino dei sentieri che si biforcano” era, infatti, letteralmente innamorato di Venezia tanto da descriverla come sorta di grande labirinto fatto di vicoli e canali.
Le circa 350 piante delle mura del suo percorso riproducono il nome dello scrittore come se fosse scritto sulle pagine di un grande libro.
A Fontanellato, in provincia di Parma, si trova il più grande giardino-labirinto verde al mondo, il labirinto Masone. Ideato dal novello mecenate Franco Maria Ricci, si snoda lungo 3 chilometri di percorso totale sotto gallerie vegetali alte cinque metri.
Questo labirinto completamente vegetale che si inerpica su canne di bambù, provenienti dalla Liguria e dalla Francia, ospita anche la collezione d’arte di Franco Maria Ricci e una biblioteca dedicata a opere grafiche e tipografiche dal Rinascimento al Novecento.
Il labirinto del Castello di Donnafugata in provincia di Ragusa è realizzato in pietra bianca, seguendo la tecnica dei muretti a secco tipica della zona. Sorvegliato all’ingresso da un soldato in pietra, ha una particolarissima forma trapezoidale che si rifà al dedalo inglese di Hampton Court.
Un tempo i muretti erano ricoperti di siepi e rose rampicanti per impedire ai passanti di sbirciare o saltare i corridoi che adesso sono state eliminate, come avete notato dal film “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone, nella scena della regina che insegue per il labirinto il figlio Elias e il suo gemello per poi rimanere alla fine della scena da sola.
Villa Barbarigo è una delle antiche Ville Venete padovane del Seicento. Il suo giardino ricco di statue e fontane ospita un imponente labirinto composto da oltre 6000 piante di bosso risalenti al 1664-1669.
Il percorso, fortemente voluto dal Cardinale San Gregorio Barbarigo, raggiunge in totale 1500 metri ed è uno dei più grandi realizzati in quell’epoca. Questo percorso voleva rappresentare l’ardito cammino spirituale che l’uomo deve percorrere per espiarsi e arrivare infine alla purificazione.
I sei vicoli ciechi rappresentano i vizi capitali che costringeranno i visitatori a tornare sui loro passi come metafora a riflettere sugli errori commessi prima di poter raggiungere la salvezza al centro della costruzione.
Il giardino-labirinto di Parco di Sigurtà si trova a due passi da Verona, a Valeggio sul Mincio. Aperto nel 1978 ospita al suo interno diverse centinaia di piante di specie diverse tra le quali spiccano le 1500 di tasso alte due metri. Ci sono voluti ben due anni per progettarlo alla perfezione e il doppio di tempo perché le piante raggiungessero l’altezza ottimale.
La torretta al centro degli oltre 2500 metri quadrati è la meta finale dei visitatori, fortemente ispirata a quella francese del parco Bois de Boulogne di Parigi. Raggiungerla per i visitatori sarà una vera e propria ricompensa perché poi potranno ammirare dall’alto le geometrie del percorso stesso e le altre attrazioni naturali del Giardino.
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