Esattamente oggi Carlo Verdone compie settant’anni. Per scongiurare i pronostici infausti di nascere di un ‘venerdì 17’, la famiglia decide di mettergli in segno di buon auspicio come secondo nome ‘Gregorio’, protettore dei fortunati al gioco. Nella casa romana di Via Lungotevere dei Vallati n. 2, nel rione Regola, Carlo cresce felice e sereno, protetto dall’amore della madre Rossana, scomparsa prematuramente per una malattia degenerativa nel 1984.
Nei suoi consueti amarcord, Verdone descrive la madre come “Unica, amorevole, spiritosa. La donna alla quale devo tutto. Tutto“. L’episodio che ha tuttora più caro di lei è legato al giorno del suo debutto al Teatro Alberichino di Roma. Carlo, sopraffatto all’improvviso dall’ansia e dalla inadeguatezza, non vuole più salire sul palco. È quasi in procinto di chiamare il suo impresario per fingersi malato quando Rossana lo prende per il collo e lo spinge fuori di casa, dove per terra ha già lasciato la valigia con gli oggetti di scena (una pistola scacciacani, berrettini, occhiali da sole e da miope). Gli lancia da dietro anche il giubbotto seguito da un un sonoro calcio nel sedere, dicendogli: “Piantala di fare il cacasotto! Vai subito al teatro, fregnone!…Un giorno mi ringrazierai!“. Il resto, fortunatamente per noi, è storia.
Durante gli anni delle superiori, Verdone ospita a casa molto frequentemente amici per studiare e soprattutto guardare i film della vasta collezione del padre Mario, all’epoca docente di Storia del Cinema e dirigente del Centro Sperimentale di cinematografia. Tra questi c’è anche Christian De Sica che si innamora perdutamente di Silvia, sua sorella. Carlo è un fratello iper-protettivo, a tratti geloso e teme che Silvia possa diventare un’altra vittima delle arti seduttive dell’amico. Seguirà una scazzottata epica tra i due che si concluderà con un lieto fine: Christian è tuttora il fraterno cognato di Carlo.
Verdone è sempre stato molto riservato sulla sua vita privata, e non sappiamo se sia attualmente single. Nel 1980, durante la lavorazione di “Un sacco bello”, a trent’anni sposa la sua storica fidanzata, Gianna Scarpelli. Purtroppo la favola si spezza nel 1996, quando i due decidono di divorziare, pur restando comunque migliori amici e organizzando ancora oggi le vacanze estive insieme. Da questa relazione sono nati gli amatissimi figli Giulia e Paolo.
Nel libro curato da Federico Mininni “Uno, Dieci, Cento Verdone“, il regista romano si è lasciato andare a parecchie confidenze sulle sue co-protagoniste femminili nei suoi film. Secondo quanto dichiarato, Carlo ha sempre scelto le attrici in base alla loro faccia e a cosa comunica, visto che il Cinema è fatto di primi piani.
“Nei miei film deve vincere la donna. E deve mettermi in difficoltà, all’angolo. Come un pugile colpito allo stomaco. Altrimenti non scatta la risata! Quando recito con le donne sono di una fragilità estrema. Ma deve essere così. Non potrei fare il conquistatore. Il comico non deve essere trombante, se non vuole prendersi i fischi. Soprattutto nei film nei quali recito con le donne. Ma è una fragilità che nascondo dietro la megalomania, la mitomania che si vede anche nelle fotografie del libro, nelle mie trasformazioni.”
Delle sue muse cinematografiche il regista ha una parola gentile e nostalgica per tutte. Le attrici esaltate dal suo occhio sono un numero impressionante. Dalla “dolce e nostalgica“ Irina Sanpiter (“Rosso, Bianco & Verdone“) a Asia Argento (“Non perdiamoci di vista”), “la più professionale di tutte“. Dalla naif Eleonora Giorgi (“Borotalco“, “Compagni di scuola“) a Margherita Buy (“Maledetto il giorno che ti ho incontrato“) e Ornella Muti (“Io e mia sorella“), ad esempio. E poi, su tutte, la ex Claudia Gerini (“Viaggio di Nozze” e “Sono pazzo di Iris Blond“) la donna che più di tutte ha fatto ridere il cuore di Carlo.
Ancora auguri al regista delle donne!
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Valentina Miura