Secondo ricerche statistiche condotte nel 2008 il nostro Belpaese era, nel 2008, il primo in Europa e il secondo nel mondo (dopo gli Stati Uniti) per il numero di adozioni di minori. Eppure a partire dal 2012 si è registrato un drastico calo di richieste, qui come d’altronde nel resto del globo.
Nel 2019 è stato riscontrato che le adozioni internazionali sono state in Italia appena 969, un 14% in meno rispetto all’anno precedente e ancora molto meno della metà di quelle del 2015 con i suoi circa duemila bambini salvati dalla povertà per un futuro migliore.
Le motivazioni di questo dato negativo non sono legate a un cambiamento di opinione degli italiani sull’adozione, reputata un’esperienza indispensabile di condivisione di amore e benessere familiare. Secondo una ricerca condotta dall’associazione ItaliaAdozioni, più del 71% del campione intervistato conosce famiglie adottive e le ammira, anche se una percentuale di adozioni (nella propria famiglia o tra i parenti) è comunque bassa e in linea con la percentuale di persone adottane nella popolazione italiana (inferiore al 10%).
Proprio perché il numero di bambini adottati in Italia è sempre più drammaticamente esiguo, non stupisce che nell’immaginario collettivo, quando si parla di adozioni, vengano subito in mente personaggi famosi come Madonna o Angelina Jolie.
Prendendo sempre ad analisi il campione di intervistati nostrani di ItaliaAdozione, uno dei pregiudizi più forte legato a questa esperienza d’amore totalizzante che gli italiani hanno riguarda l’idea che adottare sia economicamente dispendioso (42%). Per il 21%, invece, l’atto apparirebbe traumatico oltre che a lungo andare anche impegnativo.
La complessità dell’iter burocratico per diventare genitori è sicuramente, a oggi, una delle cause che possono spiegare il calo delle adozioni, assieme ai costi elevati (soprattutto per l’adozione internazionale), il crescente numero di minori con bisogni speciali (sia fisici che psicologici) e la maggiore accessibilità, sia a livello normativo che economico, della procreazione medicale assistita, omologa e eterologa.
Secondo il nostro ordinario giuridico “gli adottati nati in un altro Paese sono cittadini italiani a tutti gli effetti”. Eppure il 60% degli intervistati -un numero spropositato, a ben guardare- pur essendo concorde con la legge italiana, ritiene che la maggior parte delle altre persone non siano concordi con questa affermazione.
Non dimentichiamoci, però, che l’adozione non è un problema ma la soluzione e rimane il nostro solo, vero prezioso strumento per la tutela dell’infanzia abbandonata nel mondo.
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